Alla gentile attenzione del Difensore Civico Regionale. Nella provincia di Imperia (dove tra l'altro vediamo accentrate su un'unica persona le cariche di Presidente provinciale, Sindaco del Capoluogo di Provincia e Commissario ad acta dell’Ato idrico Ovest Imperiese) mi trovo impegnata insieme a tanti altri cittadini in una battaglia per la tutela dell'acqua come bene pubblico che si muove su diversi fronti. Stiamo portando avanti una raccolta firme a sostegno del ricorso col quale la Confesercenti di Imperia (assieme alla società Confinvest srl, proprietaria degli immobili dell’associazione) ha investito il Tribunale amministrativo per ottenere l’annullamento dei decreti (12 e 13) del 2023 coi quali sono stati deliberati gli aumenti legati all’introduzione della tariffa unica per tutti gli utenti del territorio servito da Rivieracqua, raccolta firme che - pur priva di valore legale - vuol dimostrare "con i numeri" che è ampiamente condivisa dalla cittadinanza. Tale ricorso spiega in modo tecnico i punti di contrasto con le leggi vigenti, che - per semplificare - si possono riassumere in: a) la retroattività degli aumenti tariffari disposti a fine 2023, ma applicabili a tutto il biennio 2022 e 2023, b) la violazione della normativa specifica in materia di servizio idrico integrato, sia per superamento dei tetti massimi di aumento consentiti da Arera e sia per mancata differenziazione tariffaria per le diverse tipologie di acquedotto e la mancata articolazione delle tariffe in funzione della diversa tipologia di utenza. Stiamo altresì raccogliendo firme per una petizione,da presentare  al commissario idrico, che chiede che venga rispettato il volere del popolo, che si è chiaramente espresso durante il referendum del 2011,circa la possibilità di fare entrare il privato nella società ché gestisce l'acquedotto. Dal materiale che sono riuscita a trovare mi sembrerebbe che: 1) Nelle tariffe dovrebbero essere compresi solo i costi del servizi e non anche la remunerazione del capitale investito, propria del gestore, e questo in ottemperanza all'esito del Referendum del 2011. A partire dall'approvazione del bilancio del 2016, le società di gestione sono obbligate alla separazione contabile della gestione del comparto idrico dalle altre attività gestite, e mi chiedo se questa disposizione sia rispettata nel caso in tariffa venga inserito il costo totale di funzionamento dell'ente o società  di gestione del servizio.  2) L'autorità Arera avrebbe omesso di far inserire le varie fasce che consentono tariffe agevolate in base agli scaglioni di reddito come dovrebbe essere previsto dalla legge. 3) La Corte di Cassazione ha stabilito l'illegittimità dei conguagli regolatori con la sentenza 643/2013 e la non applicabilità del principio della retroattività sancito all'art. 11 delle Preleggi. Inoltre la precedente sentenza n. 4301 del Consiglio di Stato del settembre 2008 riferisce che un'eventuale deroga possa essere stabilita da una fonte pariordinata e non da un atto amministrativo. 4) Il comune di Ceriana, dove risiedo, ha dovuto scavare, a sue spese, due pozzi per poter ripristinare la fornitura dell'acqua alla parte alta del paese (quasi inesistente, per oltre 1 anno e mezzo, poche ore al giorno). Disservizi di ogni genere si sono riscontrati nella zona servita da Riveracque (ad esempio ad Andora acqua salata dai rubinetti per più di un anno) che non mi sembrano rispondere al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del luglio 2012 che all'art. 2 punto "b" stabilisce che debba essere fornito un servizio tariffario equo, certo, trasparente, non discriminatorio. E continua al punto "c" con tutela dei diritti e degli interessi degli utenti con una gestione dei servizi idrici in condizione di efficienza ed equilibrio economico e finanziario. 5) L'Arera con delibera 665/2017/R/IDR ha introdotto una normativa a livello nazionale sull'articolazione tariffaria del servizio idrico integrato da cui si deduce che per gestione si intendono tutte le attività necessarie per l'erogazione dei servizi compresi gli investimenti ed essendo un servizio alla collettività non dovrebbe avere rilevanza economica, anche se, organizzata sotto forma di impresa. Rivieracqua come può, a fronte di un capitale irrisorio e un debito elevatissimo, garantire il buon funzionamento del servizio? La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della QUALITÀ della risorsa idrica  DEL SERVIZIO FORNITO, delle OPERE e degli ADEGUAMENTI necessari. 6) Mi risulta, ho allegato screenshot che riportano notizie in merito, che non dovrebbe comunque essere possibile che le tariffe vengano aumentate di più del 5% mentre per quasi tutti comuni della provincia gli aumenti saranno ben superiori.  7) Sempre da notizie allegate dovrebbe essere stabilito un quantitativo minimo gratuito di acqua pari a 50 litri al giorno procapite. 8) Si vocifera che siano state fatte fortissime pressioni affinché i comuni sopra i 1000 abitanti entrassero in Rivieracque (Bordighera credo abbia persino fatto ricorso al TAR per cercare di restarne fuori); mi domando se non sia utile sollecitare indagini su questo punto. Lo statuto del comune di Sanremo, all'articolo 77, stabilisce che il comune può intervenire in caso di malfunzionamento del servizio idrico da parte della società di gestione, ma Amaie società che detiene la quota maggiore delle azioni di Rivieracque è completamente del comune di Sanremo, per cui sembra difficile la revoca del servizio alla società di gestione che è al 49% del Comune stesso. Spero, vista la mia poca dimestichezza in materia, di essere stata sufficientemente esaustiva e chiara. Nel frattempo,come si evince dalla sopracitata  raccolta firme,si è palesata l'ovvia soluzione di fare entrare nella società degli investitori privati. Essendo,sembra, il debito presente già da quando gli è stato dato il mandato di gestore "unico" non era ovvio che avrebbero dovuto rivalersi sui cittadini o far entrare dei privati nell'azienda? Come può ,chi di dovere,non essersi accorto di questa incongruenza?Mi chiedo come possa essere questa la soluzione e se comunque sia una soluzione "moralmente" in linea con il concetto di acqua come "bene pubblico". Ringraziando  anticipatamente attendiamo una sua valutazione in merito a questa delicata questione. Distinti saluti Lucia Canepa